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Cedolare secca affitti: cos’è e come funziona

31 gen10 min. di lettura
Vanessa GuerrieroVanessa Guerriero

La cedolare secca è un regime fiscale opzionale introdotto nel 2011 che consente ai proprietari di immobili di optare per un’imposta sostitutiva sui redditi da locazione, semplificando il calcolo e il pagamento delle tasse. In questo articolo dedicato alla cedolare secca affitti scopriamo nel dettaglio cos’è e come funziona, e come questa scelta possa risultare particolarmente vantaggiosa, sia per i proprietari che per gli inquilini.

Cos’è la cedolare secca affitti?

La cedolare secca è un’imposta fissa che si applica ai contratti di locazione di immobili ad uso abitativo. Questa imposta sostituisce l’IRPEF (Imposta sul Reddito delle Persone Fisiche), le addizionali regionali e comunali e, in alcuni casi specifici, anche l’imposta di registro e di bollo, semplificando notevolmente la burocrazia legata agli affitti.

Chi può optare per la cedolare secca e chi è escluso?

La cedolare secca è un’opzione fiscale che semplifica la tassazione dei redditi derivanti da locazioni abitative, ma non tutti i proprietari possono accedervi: questo regime fiscale può essere applicato solo da proprietari persone fisiche di immobili destinati ad uso abitativo e con contratti di locazione regolarmente registrati presso l’Agenzia delle Entrate.

Inoltre, la cedolare secca affitti è valida esclusivamente per contratti a canone libero o canone concordato, e non possono beneficiare di questo regime le società o gli enti che affittano immobili, né i proprietari di immobili ad uso commerciale (come negozi e uffici).

Chi può optare per la cedolare secca Chi non può optare per la cedolare secca
Proprietari persone fisiche di immobili ad uso abitativo Enti o società che affittano immobili
Contratti di locazione ad uso abitativo Immobili ad uso commerciale (negozi, uffici, capannoni)
Contratti di locazione registrati presso l’Agenzia delle Entrate Contratti di locazione non regolari (non registrati)
Contratti a canone libero o canone concordato Contratti non abitativi (es. affitti a studenti, affitti brevi)
Proprietari con reddito elevato (da confrontare con altre imposte)

Vantaggi e svantaggi della cedolare secca affitti: un’analisi approfondita

La cedolare secca offre sia vantaggi che svantaggi che è bene valutare attentamente prima di optare per questo regime fiscale. Ecco un’analisi dettagliata:

Vantaggi:

  • Semplificazione: il calcolo e il pagamento delle tasse diventano più semplici e veloci, riducendo gli adempimenti burocratici.
  • Convenienza: spesso l’aliquota della cedolare secca è inferiore a quella dell’IRPEF, soprattutto per i redditi più alti, consentendo un risparmio fiscale.
  • Stabilità: l’imposta sostitutiva rimane fissa per tutta la durata del contratto, offrendo una maggiore prevedibilità delle spese.

Svantaggi:

  • Impossibilità di dedurre alcune spese: con la cedolare secca non è possibile dedurre alcune spese relative all’immobile, come ad esempio le spese di manutenzione.
  • Vincoli contrattuali: in alcuni casi, la scelta della cedolare secca può comportare vincoli contrattuali specifici.

Aliquote della cedolare secca: quali sono e come si applicano?

Le aliquote della cedolare secca sono due:

  • 21%: si applica ai contratti di locazione a canone libero, ovvero quelli in cui il canone è stabilito liberamente tra proprietario e inquilino.
  • 10%: si applica ai contratti di locazione a canone concordato, ovvero quelli che prevedono un canone calmierato in base ad accordi territoriali specifici.

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Come funziona la cedolare secca per l’affitto nella pratica?

Abbiamo visto in precedenza che la cedolare secca è un regime fiscale opzionale che semplifica il pagamento delle tasse sui redditi da locazione. Invece di sommare questi redditi ad altri e pagarli secondo l’IRPEF, con la cedolare secca si applica un’imposta sostitutiva fissa sul canone di locazione. 

Ma come funziona nella pratica? Ecco come si applica la cedolare secca affitti in 3 step:

  1. Scelta dell’opzione: il proprietario comunica all’Agenzia delle Entrate, al momento della registrazione del contratto di locazione, che vuole aderire alla cedolare secca.
  2. Calcolo dell’imposta: l’imposta sostitutiva si calcola in percentuale sul canone di locazione annuo. Le aliquote sono del 21% per i contratti a canone libero e del 10% per i contratti a canone concordato.
  3. Pagamento: il pagamento avviene in due rate annuali tramite modello F24.

L’opzione per la cedolare secca deve essere comunicata all’Agenzia delle Entrate al momento della registrazione del contratto di locazione. È fondamentale rispettare le scadenze e le modalità previste dalla legge per evitare sanzioni.

Come si paga la cedolare secca: modalità e scadenze

Il pagamento della cedolare secca avviene in due rate annuali (acconto e saldo) tramite modello F24:

  • Prima rata: pari al 40% dell’acconto complessivamente dovuto, da versare entro il 30 giugno (o entro il 30 lugliocon una maggiorazione dello 0,40%).
  • Seconda rata: il restante 60% dell’acconto, da versare entro il 30 novembre.

Il saldo finale, invece, deve essere versato entro il termine previsto per il pagamento dell’IRPEF dell’anno successivo.

Cedolare secca e inquilini: quali benefici?

Anche gli inquilini possono beneficiare della cedolare secca, con vantaggi economici e contrattuali:

  • Nessuna imposta di registro e di bollo: la registrazione del contratto di locazione non prevede costi aggiuntivi, riducendo le spese iniziali dell’affitto.
  • Blocco degli aumenti del canone: il canone di locazione rimane fisso per tutta la durata del contratto, senza adeguamenti ISTAT.
  • Maggiore prevedibilità delle spese: l’applicazione di un’imposta fissa del 21% elimina il rischio di variazioni impreviste dovute alle fluttuazioni dell’IRPEF.
  • Riduzione del reddito imponibile: in alcuni casi, un reddito imponibile inferiore può portare a un calcolo dell’ISEE più favorevole, con possibili vantaggi nell’accesso a prestazioni sociali agevolate.

Conclusioni: la cedolare secca conviene?

La cedolare secca rappresenta un’opportunità interessante per i proprietari di immobili che desiderano semplificare la gestione fiscale degli affitti e, in molti casi, ottenere un risparmio economico. Tuttavia, è fondamentale informarsi correttamente e valutare attentamente se questo regime fiscale sia adatto alle proprie esigenze, considerando sia i vantaggi che gli svantaggi.


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TAKE AWAYS

  • Regime fiscale agevolato – La cedolare secca sostituisce l’IRPEF e altre imposte, semplificando la tassazione sugli affitti.
  • Aliquote fisse – L’aliquota è del 21% per i contratti a canone libero e del 10% per quelli a canone concordato (dove applicabile).
  • Benefici per inquilini – Nessun aumento ISTAT del canone e riduzione delle spese iniziali grazie all’esenzione da imposte di registro e bollo.
  • Pagamenti in due rate – Il pagamento avviene con modello F24: 40% entro il 30 giugno60% entro il 30 novembre.
  • Attenzione ai limiti – Non si possono dedurre spese di manutenzione, e la scelta della cedolare secca comporta alcuni vincoli contrattuali.

FAQ

  1. Posso applicare la cedolare secca agli immobili commerciali?
    No, la cedolare secca si applica solo agli immobili ad uso abitativo. Fanno eccezione i contratti di locazione di negozi (categoria C/1) stipulati entro il 2019, ma questa possibilità non è più in vigore per i nuovi contratti.
  2. Se opto per la cedolare secca, posso dedurre le spese di manutenzione dell’immobile?
    No, scegliendo la cedolare secca non è possibile dedurre spese di ristrutturazione, manutenzione o gestione dell’immobile, a differenza del regime IRPEF ordinario.
  3. Come si comunica l’opzione per la cedolare secca?
    L’opzione va comunicata all’Agenzia delle Entrate al momento della registrazione del contratto di locazione, tramite il modello RLI. Può essere confermata anche in fase di rinnovo del contratto.
  4. È possibile revocare la cedolare secca dopo averla scelta?
    Sì, la cedolare secca può essere revocata in qualsiasi anno successivo, ma la revoca vale per tutto il resto della durata del contratto e comporta il ritorno alla tassazione ordinaria IRPEF.
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