La nascita di un bambino è un evento che solitamente dona gioia all’interno di un nucleo familiare, ma che porterà anche a cambiamenti, soprattutto all’interno delle mura domestiche.
Sono numerose le coppie che si chiedono se la propria casa sia adatta ad ospitare un bambino o se sia effettivamente necessario trasferirsi da un’altra parte.
Come capire quindi se è il momento di cambiare casa?
In questa guida ti forniremo dei consigli utili al riguardo e ti illustreremo in che modo la presenza di un figlio influisca nel processo di compravendita.
Come capire se è il momento di cambiare casa
Avrai sentito dire spesso che l’arrivo di un figlio comporta degli squilibri all’interno di una coppia e ciò non vale solo per l’aspetto relazionale, quanto per gli spazi che bisogna condividere.
Difatti, quando si è in due non è difficile riuscire a gestirsi anche all’interno di un appartamento che non può vantare un generoso numero di metri quadri, anche se dovesse comportare la rinuncia degli angoli dedicati ai propri hobby; nulla che non si possa risolvere con un po’ di riorganizzazione degli spazi.
Tuttavia, la presenza di bambini non consente di adottare lo stesso sistema, prima di tutto perché gli oggetti di cui avrà bisogno nelle prime fasi di vita sono piuttosto ingombranti, come la culla o il fasciatoio.
Cameretta: perché è utile
È chiaro che la situazione migliore sarebbe è quella avere a disposizione una cameretta per poter creare una zona gioco sicura, senza che corra il rischio di farsi male. Questo spazio, una volta cresciuto, potrà diventare anche uno spazio per l’autonomia del bambino, un luogo tutto per sé dove potersi esprimere liberamente.
Pertanto, se ti sei reso conto che la tua casa non è abbastanza grande per ospitare una persona in più, è giunto il momento di traslocare alla ricerca di una soluzione che più si adatta alle tue esigenze.
Per quanto riguarda le caratteristiche della nuova abitazione, molto dipende anche dagli aspetti che consideri importanti nel contribuire al corretto sviluppo del bambino, che sia la presenza di un giardino dove poter giocare all’aria aperta oppure una stanza in più per un eventuale fratellino.
Non solo, con l’arrivo di un figlio potresti anche esserti reso conto che la collocazione del tuo attuale immobile non è comoda dal punto di vista di una famiglia con bambini, vuoi perché troppo lontano dai distretti scolastici, oppure perché il quartiere non sembra proprio family friendly.
In un paragrafo successivo esamineremo in via generale quali sono gli aspetti da esaminare quando si decide di traslocare in queste circostanze.
Traslocare prima o dopo il parto?
Posto che la tua proprietà non è adatta per ospitare il nascituro, hai deciso di metterla in vendita per traslocare da un’altra parte, ma ti stai chiedendo se sia il caso di pensarci subito oppure rimandare l’incombenza a dopo il parto.
In prima istanza, è indispensabile tener sempre presente che il processo di compravendita è un percorso per certi versi difficile, ricco di burocrazia e con il rischio continuo di andare incontro a degli intoppi.
Il consiglio è quello di addentrarti in questo percorso quando ancora il bambino non è presente, poiché si ridurrebbe il numero di incombenze da organizzare, chiaramente salvaguardando il più possibile la salute della mamma e del bambino.
Difatti, anche in circostanze normali e senza rischi conclamati, è comunque sconsigliabile per la donna gravida sollevare dei pesi, che in questo caso si traducono nella presenza di scatoloni pieni di oggetti da conservare oppure di mobili.
Poiché il trasloco può essere una forte fonte di stress che si trascina per alcuni mesi, la cosa migliore è affidarsi a dei professionisti che possano guidarti in tutto il percorso, liberandoti di una grossa fetta di preoccupazioni.
Inoltre, traslocare prima del parto ti dà la possibilità di preparare con largo anticipo la stanza del bambino, realizzandola come più desideri e acquistando i suoi mobili solo una volta entrati nella nuova casa, senza il peso di doverli spostare.
Non solo, la gestione di un neonato è già di per sé complicata, a maggior ragione se bisogna destreggiarsi fra una casa l’altra, gestire scatoloni di oggetti e presenziare ai colloqui con le parti coinvolte nella compravendita.
Infine, bisogna anche considerare la questione biologica della gravidanza: per quanto il parto sia emozionante, rimane comunque un momento di forte stress psicofisico, che sarebbe opportuno affrontare senza doversi anche preoccupare di un trasloco imminente.
Dunque, in sintesi, se hai deciso di cambiare casa perché è in arrivo un figlio, ti consigliamo di agire fin dai primissimi mesi della gestazione o persino nel momento in cui è in programma la volontà di allargare la famiglia.
Fattori da considerare nella ricerca della casa ideale
Scegliere la casa ideale potrebbe rivelarsi un’impresa piuttosto ardua a prescindere dalle motivazioni, perché la tendenza è sempre quella di verificare che sia in linea con l’immaginario della casa perfetta.
Nel caso in cui ci sia di mezzo la nascita di un bambino, ti consigliamo di fare una lista di criteri che desideri riscontrare e quali fra questi consideri imprescindibili, per poter avere le idee chiare ed effettuare più agevolmente una prima scrematura.
Queste condizioni possono tornare estremamente utili soprattutto quando ci si rivolge ad un’agenzia immobiliare che certamente si occuperà di analizzare le proposte presenti in zona e quali sottoporre alla tua attenzione, senza che tu debba perdere del tempo.
Fra i fattori che generalmente tutti considerano c’è sicuramente il budget di spesa, che deve includere tutti i costi previsti per la compravendita, anche in vista delle spese da affrontare per il nascituro.
Ricorda che generalmente le banche concedono l’80% del valore dell’immobile e quando si firma per il preliminare di compravendita si deve rilasciare una caparra confirmatoria, che può raggiungere anche il 10% del prezzo della casa.
Ecco perché ti consigliamo prima di tutto di verificare la tua reale disponibilità economica, valutando anche la presenza di eventuali bonus statali che riguardano l’acquisto della prima casa ed eventualmente, se ti è possibile richiedere un mutuo.
In seguito, vedremo in che modo la presenza di un figlio influisca sull’erogazione di un finanziamento.
La scelta: spazi esterni e interni
Tornando ai fattori da considerare quando si decide di traslocare, c’è anche l’aspetto del luogo; considerando che presto sarà presente un bambino, sarebbe auspicabile optare per un posto che ti consenta di raggiungere agevolmente punti di interesse fondamentali. A questo proposito dovresti chiederti, ad esempio quante e quali scuole ci sono in zona? I mezzi pubblici sono sufficientemente organizzati? Ci sono luoghi per il gioco, come parchi o percorsi che si possono considerare alla portata di una famiglia?
Oltre a ciò, e come abbiamo già detto all’inizio della guida, è fondamentale considerare anche la distribuzione degli spazi interni dell’immobile che desideri acquistare, affinché si possa adattare alle esigenze di un bambino.
L’ideale sarebbe prendere in considerazione almeno un trilocale, per consentire al nascituro di avere una stanza tutta per sé, che ospiti una zona gioco e studio; senza contare eventuali angoli dedicati alle passioni o al lavoro dei genitori.
Devi sapere che, per quanto riguarda la camera da letto, esiste una normativa che ne determina le metrature minime di ampiezza: secondo il DM del 5 luglio 1975, infatti, le stanze da letto devono avere una superficie minima di 9 metri quadri per una persona, che diventano 14 se sono due.
Esiste poi una serie di preferenze personali che bisognerebbe discutere con il proprio agente immobiliare, come la presenza di un giardino abbastanza spazioso da consentire al bambino di giocare, oppure un garage abbastanza grande da ospitare un’auto e stipare gli oggetti che si usano solo occasionalmente in casa.
Posticipare il rogito a causa della nascita di un bambino
Per quanto si cerchino di programmare alcuni avvenimenti, non è detto che questi seguano la tabella di marcia che ti eri prefissato e il discorso vale anche una gravidanza e per il parto.
Poniamo che tu abbia iniziato le trattative per la compravendita di una casa e abbia poi scoperto che è in arrivo un figlio; a questo punto ti starai chiedendo se sia possibile posticipare la data del rogito, senza dover incorrere in conseguenze legali.
Se si tratta di un avvenimento programmato, è bene inserire già in fase di compromesso una clausola che anticipa la possibilità di dover cambiare la data del trasferimento di proprietà per la presenza di determinati imprevisti.
In questo caso, sarà poi sufficiente inviare una comunicazione al venditore a mezzo di una raccomandata con ricevuta di ritorno con la proposta di fissare una nuova data per il rogito.
Discorso diverso, invece, se questa eventualità non era stata menzionata nel compromesso, dove magari erano già state accordate delle tempistiche entro le quali completare il processo di compravendita. In questo caso sarà necessario sottoscrivere e registrare un nuovo contratto.
Rogito rinviato vs differito
Il rogito rinviato non va confuso con il differito, che si riferisce ad una modalità di acquisto dell’immobile che può essere sfruttata da chi sul momento non dispone delle possibilità economiche per richiedere un mutuo o comunque pagare l’intera somma.
In sostanza, ci si impegna con un contratto a firmare l’atto di compravendita entro qualche anno, potendo abitare fin da subito la casa e versando ogni tre mesi circa una somma pattuita, che verrà poi detratta dal prezzo finale.
Chiedere il mutuo in gravidanza
Uno dei momenti cruciali durante il percorso di acquisto di una nuova casa è quello che riguarda la richiesta di un mutuo presso il proprio istituto di credito, perché attraverso la sua risposta si determina l’arresto o il proseguimento della trattativa.
In caso di gravidanza, i requisiti per poter richiedere un finanziamento non differiscono rispetto ad altre circostanze e riguardano sostanzialmente le possibilità finanziarie della stessa coppia, sia in termini di tipologia di contratto di lavoro, sia prendendo in considerazione il reddito del nucleo familiare.
È anche vero che, considerando quanto l’arrivo di un bambino comporti una serie di spese aggiuntive, la cosa migliore sarebbe andare alla ricerca di agevolazioni che consentano di ottenere tassi agevolati o persino coprire l’intero importo della richiesta.
Generalmente, sono le stesse banche che propongono prodotti vantaggiosi per determinate categorie di persone, come i mutui con agevolazioni per i giovani, oppure per chi è alla ricerca della prima casa, presentando queste soluzioni direttamente nel proprio sito ufficiale.
Prodotti specifici e agevolazioni
A ciò si aggiungono altre possibilità legate alle future mamme, che possono tornare utili quando si desidera coprire una fetta più esigua di importo, ma è necessario un finanziamento.
Anche se si tratta comunque di cifre che non superano alcune migliaia di euro, di solito vengono elargite con tassi calmierati e con la possibilità di restituirle nell’arco di diversi anni.
Infine, bisogna considerare anche i contributi statali che possono consentirti di ottenere un valido sostegno economico, senza che la rata del mutuo risulti eccessivamente pesante sul bilancio familiare.
Per poterli ottenere, però bisogna far domanda all’ente che promuove l’iniziativa, avendo cura di verificare la presenza dei requisiti richiesti.
Per saperne di più, ti invitiamo a consultare portali come quello dell’Inps o quelli della tua regione di residenza, per scoprire quali siano i servizi messi a disposizione per agevolare le famiglie.
Quanto incide il fattore figli sulla richiesta di un mutuo?
Come abbiamo già anticipato, una volta che avrai presentato la richiesta di mutuo alla banca, sarà sua premura verificare che tu e l’altro genitore abbiate tutti i requisiti necessari per poter ottenere un parere positivo.
In questa fase verrà analizzata la situazione finanziaria, fra cui anche le entrate, per verificare se per te sia possibile sostenere la rata del mutuo, con la garanzia di mantenere comunque un tenore di vita dignitoso.
Questo requisito viene definito rapporto rata-reddito e stabilisce che non si può impegnare più del 30-40% del totale dello stipendio, anche prendendo in considerazione eventuali altri finanziamenti già in essere alla data di richiesta del mutuo.
Molti istituti di credito calcolano che per una coppia sia indispensabile avere una disponibilità di almeno 800-1.200 euro al mese una volta pagati i prestiti.
Tale importo chiaramente aumenta nel momento in ci sono altri familiari a carico, fra cui i figli che, secondo le statistiche, determinano un incremento del fabbisogno di almeno 250 euro al mese per persona.
In conclusione, quando è prevista la nascita di un bambino, ti consigliamo di valutare se non sia necessario traslocare alla ricerca di una casa che possa accogliere il nuovo membro della famiglia in uno spazio che garantisca il miglior comfort a tutti.
Se hai già un immobile di tua proprietà, ti consigliamo infine di iniziare con la valutazione, per capire il budget possibile nella ricerca di una nuova casa.